lunedì 5 novembre 2012

Parlando ancora di "Pizzica e dintorni".

Carissimi lettori, avevo pensato che non sarebbe stato utile tornarci, mentre vedo che ancora non si è capito, quindi ci torno. Voglio tentare di spiegare ancora meglio il perché della scelta del nome della mia ultima "creatura", il sito e (soprattutto) la web radio monotematica "Pizzica e dintorni". La pizzica, ballo e genere musicale di tradizione contadina della Puglia centromeridionale (diffuso anche in Lucania), è oggi il ballo e genere musicale contadino con maggiore diffusione e notorietà (basta con la definizione di "moda", il suo perpetuarsi ed il suo espandersi dovrebbe far riflettere sul fatto che forse dietro a tutto ciò c'è qualcosa di più). Non starò qui a spiegare come la penso su come debba essere divulgata, anche perché questi sono discorsi stantii che spesso denotano purismo velleitario e simile alla morte. Il mio canale è monotematico su repertorio popolare (in verità più di una volta vado nel colto, con dischi come "Pace e non più guerra" di Riccardo Marasco), comunque tutto è visto da un'ottica popolare, per quanto moderna. Il progetto iniziale aveva altre dimensioni, che si sono dovute rimpicciolire anche per colpa di leggi ed attori miopi. Comunque, con l'enfatizzare la "pizzica" nel nome, si è solo voluto riconoscere al Salento (e alla Puglia tutta) la sua mole di investimento culturale, che ha fatto sì che questa musica fosse reperibile e conosciuta da un numero di persone notevole (ripeto che qui non è il caso di discutere su certe divulgazioni poco accettabili, ognuno in fondo è libero di fare ciò che vuole). Se avessi chiamato il mio progetto "Tarantella e dintorni", sicuramente avrei potuto generare più equivoci, perché non si può prescindere nella storia della tarantella dai contributi colti (come Rossini) o semicolti (come la grande canzone napoletana dell'Ottocento). Essendo che il mio canale, orgogliosamente trasmette solo repertorio contadino (o comunque interpretato da ricercatori di repertorio contadino) mi è sembrato giusto dare risalto a quello che, lo si voglia o no, lo si voglia condividere o no, è il ballo contadino più famoso oggi. Con la definizione di "ballo contadino" non sto ovviamente dicendo che la pizzica sia rimasta ciò che era, sto solo dando risalto alle sue radici. Perché non ho voluto inserire il "folk leccese". Innanzitutto non ho voluto inserire niente che ricordasse il cosiddetto "nuovo liscio", quello che va da Casadei in poi, che nel Salento è rappresentato da gente come i Petrachi (Enzo e Bruno), Ginone, Gino Ingrosso, Gigetto da Noa, Cesare Monte. Sinceramente ciò che andava divulgato era il folklore suonato con strumenti contadini che, paradossalmente, pur essendo quello che riempie le piazze e che si sta conquistando uno spazio crescente nel circuito della "world music" (termine odioso, ambiguo e per me di significato nullo), non ha uno spazio di divulgazione nei media, nel web c'era solo qualcosina fra l'altro abbastanza superficiale. Per il liscio, come è giusto che sia, invece vi sono fiumi di canali, di vario spessore ma devo dire, nella maggioranza dei casi, di grandissima qualità. Perché non metto gruppi che rileggono la musica popolare in altra chiave. Quello che mi interessava era (ed è, lo sarà sempre) dare voce a chi non ce l'ha, a chi si fa un saccodiconcerti in giro per il mondo ma non è considerato dai media. Credendo di aver dato una spiegazione abbastanza buona della scelta della parola "pizzica" nel nome (non c'è la "taranta" da nessuna parte perché sono contro questa visione limitante dell'uso della parola "pizzica" solo legata al tarantismo), andiamo a spiegare cosa vuol dire il "dintorni". Nei "dintorni" della "pizzica" ci si situano un sacco di generi, alcuni dei quali (purtroppo non tutti, ma questo non interessa nessuno) sono stati rivitalizzati insieme a quest'ultima e possono suonare. Si pensi agli altri ballabili o brani con ritmiche veloci che spesso risuonano da queste parti, dagli stornelli alle tarantelle, passando per i valzer ed i brani in ritmo binario (polkettine e dintorni). Nei "dintorni" del Salento ci si situano altri territori con un folklore altrettanto degno di essere divulgato, e piano piano arriveremo, superando la miopia di moltissima gente, a divulgarne più possibile. Perché ho scelto solo produzioni indipendenti? Non volevo cappi e, sinceramente, non mi pento per niente, credo che il trasmettere solo brani tradizionali dia una leggerezza che i brani d'autore non darebbero mai! Se volete sapere se mi manca qualcosa, assolutamente sì, molti dei miei dischi preferiti non li posso suonare, ma dati gli ascolti non mi lamento. Dopo questa difesa accorata del mio progetto, che non deve piacere a tutti, figuratevi, grido una cosa su cui spero concordiate: viva la musica popolare! Per chi ancora non conosce il sito in questione, do il link: http://www.pizzicaedintorni.it.

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