domenica 26 agosto 2012

Riflessioni amare dopo Melpignano 2012

Carissimi lettori, oggi mi voglio sfogare in difesa della vera musica popolare, quella che non ha bisogno di direttori d'orchestra e d'orchestre per essere suonata, né di palchi con connessioni wifi gratuite per esser raccontata e divulgata. Ieri si è assistito ancora una volta al concertone di Melpignano, quest'anno fiera della disorganizzazione e dell'ingiustizia (voglio vedere se un giorno fanno dirigere un festival di musica balcanica in Serbia o in Croazia ad un salentino, e addirittura lo fanno aprire a gruppi salentini!). Questa contaminazione tra Salento e Balcani, così giusta e naturale, perché le culture sono geograficamente e storicamente vicine, sa di stantio e déjà vu, perché già alcuni gruppi salentini l'hanno tentata, e sono anni che la scena salentina conta con preziosi musicisti balcanici al suo interno. Va detto che gente come Redi Asa e Admir Skhurtaj (non so se ho scritto bene i nomi) non attirerebbero cinquantamila o centomila persone, ma farebbero risparmiare milioni di soldi pubblici che potrebbero essere spesi per questioni molto più importanti. Non sono contro le contaminazioni, non sono di quelle che piange sul fatto che i contadini non si spacchino più la schiena nei campi, non sono tra quelle che pensa che la professionalizzazione dei gruppi di musica popolare sia un male universale. Penso solo che la musica popolare è amata perché avvicina all'essenza delle cose, perché riecheggia e riverbera il respiro della natura, la leggerezza d'un volo d'uccello, un canto liberatorio ma interiore, in un tempo fuori dal tempo. Se fosse per me si tornerebbe alla Notte Della Taranta degli inizi, anzi dell'inizio, fatta a misura di salentino, senza orchestre ingombranti. A me piacerebbe vedere a Melpignano un megaraduno di musicisti della tradizione, di diverse tradizioni, che si confrontino in maniera spontanea, tanto ormai questa manifestazione ha preso il volo comunque, non c'è più bisogno di chiamare nomi sonanti per far venire la gente, ormai il pubblico c'è qualsiasi cosa uno presenti davanti all'ex convento degli agostiniani. Poi, secondo me, la musica salentina va ormai innovata nelle sue frontiere, tutti stanno sfruttando fino all'ultimo respiro le stesse contaminazioni, quasi si può prevedere quale struttura avranno i futuri dischi che si acquisteranno. Questo è un peccataccio, si è voluto opprimere una musica che in origine è la libertà resa struttura. Mi piacerebbe vedere a Melpignano i musicisti salentini che suonino spontaneamente tra di loro, sfidandosi e provocandosi, magari regalando così anche nuovi brani alla musica popolare, che se è viva non è sicuramente grazie al concertone, che è anzi una passerella per chi già ce l'ha, che approfitta del folklore in maniera completamente egocentrica. Ciao da una appassionata di pizzica, (non tarantata, grazie!), ma anti Melpignano fino al suo ultimo respiro se l'evento non cambia radicalmente i connotati.

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