lunedì 30 gennaio 2012

Youtube e altre storie comunicative.

Carissimi lettori, oggi mi va di aggiornare il blog, non parlando di musica ma con un'invettiva dedicata a quelli di Youtube.

Come avranno notato gli utenti più abituali del sito esso è stato ristrutturato in maniera discutibilissima. Enumeriamo le principali caratteristiche negative (di positivo io non vedo niente!).

Intanto non si può più fare "amicizia" con le persone, poi non ci si può più iscrivere ai canali (i vedenti ce la fanno ma io no).

Va anche detto che io (con jaws versione 5.10 come screen reader e Internet explorer 7) vedo i profili raddoppiati. Veramente inutile. Sinceramente mi ricordo che si poteva tornare alla vecchia homepage, io ci ho provato ma non ci sono riuscita, se non sbaglio ormai non è più possibile. Tramite questo blog io lancio un appello: protestate in qualche modo, reclamiamo, magari li convinciamo a tornare indietro.

Fra l'altro in questo macello della grafica ci si è messo anche il fatto che non ti fa partire i video sui quali tu credi di cliccare: io prima volevo ascoltare una canzone e mi è partita la pubblicità dei "prezzi pazzi". È da una quindicina di giorni che ciclicamente si ripropone il problema e non fanno niente di concreto per risolverlo.

Se qualcuno sa come potermi fare tornare alla vecchia homepage mi scriva a valentinalocchi@hotmail.it, indirizzo di posta che potete utilizzare per qualsiasi comunicazione, meglio la posta (alla quale posso rispondere e lo faccio con grande piacere) che i commenti che non mi arrivano, quindi li vedo raramente e poi non posso entrare in contatto con chi li redige.

Scusate per questo articolo, serve solo per uno sfogo personale e per piccoli consigli a chi voglia entrare in contatto con me.

Comunque ringrazio tutti quelli che passano sul mio canale di Youtube (www.youtube.com/valentinalocchi) perché solo loro mi dànno il coraggio di non cancellarmi.

sabato 21 gennaio 2012

Bigazzi secondo me

Carissimi lettori, l'altro ieri la musica italiana è stata funestata da un lutto importante: è morto Giancarlo Bigazzi.

Come amo fare io con i musicisti ed i parolieri lo ricorderò con un po' di aneddoti e riflessioni su alcune canzoni che ha scritto.

La prima citazione va per uno dei tanti capolavori della carriera di Massimo Ranieri (quando non faceva l'intellettuale che porta la canzone napoletana verso la world music). Il brano è "Rose rosse", pezzo coronato da un'orchestra fantastica. Bello il testo, leggera riflessione sui cambiamenti sociali del boom economico (non critica ma riflette e racconta, anche questo è importante, forse più delle canzoni a orologeria!).
Poi si può citare "Luglio," noto tormentone estivo, di quando in estate si ascoltavano canzoni che oltre ad essere da spiaggia erano anche belle e non scadevano come mozzarelle. Il brano ha una di quelle andature latineggianti che sempre (tutt'ora) connotano spesso e volentieri l'estate, sottolineate dalle marimbe e dalle trombe messicaneggianti.

Notevole è anche "Il carnevale", da Bigazzi scritta per la Caselli, che la interpretava con leggerezza senza tralasciare il pathos del testo, che esprime senza pudicizia il grido d'una persona lasciata dal proprio amante.

Altro tormentone a firma Bigazzi è la bellissima "Lisa dagli occhi blu" cantata dal grande (ma per colpa della semplicità apparente di questa canzone e della nostra superficialità) sottovalutato Mario Tessuto. Nell'interpretazione di Tessuto il brano, su un addio consumato tra i banchi di scuola, diventa un grido di dolore unico.

Meno importante per me, non per questo meno bella, è "Lady Barbara" cantata da Renato dei Profeti (quelli de "Gli occhi verdi dell'amore"). La canzone ha un'aria favolistica, si parla di un amore irraggiungibile, direi perfino un po' gotico.

Dalla collaborazione con Totò Savio (che poi sarà con Bigazzi e Pace una delle anime degli Squallor) nasce "Vent'anni", una di quelle melodie semplici ed aperte che permettono come poche di brillare al grande Massimo Ranieri, raccontando con leggerezza la storia di una vita.

Per Ranieri scrive anche "Erba di casa mia", resoconto nostalgico di esperienze giovanili. Anche questa porta con sé un ritmo lento e asciutto, bella davvero.

Non ho mai amato i fratelli Bella, ma in questo articolo li devo citare tutti e due. Bigazzi per Marcella ha scritto alcune canzoni tra cui mi va di citare la famosa "Montagne verdi", bella ballata nostalgica, che però per me non ha il fascino impareggiabile di "Sole che nasce sole che muore".

Per il fratello scrive "Non si può morire dentro", "Questo amore non si tocca", Più ci penso". Queste tre canzoni fanno di bella un ottimo musicista ma un interprete sfortunato: mamma natura non l'ha dotato di una voce minimamente affascinante.

Per i Camaleonti, insieme a Claudio Cavallaro, scrive alcune canzoni di cui conosco solo "Eternità", ottimo testo, reso pesante da certe trovate discutibili della melodia.

Non amo nemmeno Tozzi ma va detto che Bigazzi scrive per lui canzoni notevoli: non ne posso più delle due canzoni-tormentone "Ti amo" e "Gloria" ma non posso tacere la bellezza, pur nella sua apparente semplicità di "Donna amante mia", la cui tenerezza ha sempre saputo distruggere ogni mio preconcetto.

Facendo un salto di una decina d'anni ci ritroviamo il nome di Bigazzi in quella canzone, tormentone e banale quanto volete ma comunque ben fatta, che è "Si può dare di più", portata da Ruggeri, Tozzi e Morandi al Sanremo 1987 (e vinsero, meglio di chi ha vinto mediamente gli ultimi Sanremo, eccezion fatta per Vecchioni).

Gli anni Settanta sono anche gli anni degli Squallor: ve la ricordate "Trentotto luglio"? Trauma!

Credo che lì la voce da basso (bellissima ma al contempo terrificante per la sua profondità disumana) non appartenga a Bigazzi, comunque tra i componenti del gruppo c'è anche lui.

Negli anni Novanta il Bigazzi (dopo aver spalleggiato gente come Pupo...) fa un errore madornale: produce Marco Masini. Il cantante "disperato" io non lo posso sopportare: troppo triste. Le ultime? Pur di farsi perdonare la tristezza con cui ci ha ammorbato per anni adesso fa l'allegrone!

Sempre grazie a Bigazzi scopriamo il primo emulo di Masini uscito qualche anno dopo: Alessandro Canino. Vi ricordate una canzone patetica e bruttissima chiamata "Brutta"?

Per chi fosse tanto giovane da non ricordarla dirò che è la storia di una ragazzina bruttarella che viene consolata dal protagonista maschile della sua bruttezza durante una festa di compleanno nella quale le sue amiche la lasciano sola.
"E mi piaci tutta: brutta... lo vedi che non sei brutta... crescere è sempre una lotta, ma io ti aiuterò" (vado a memoria, è da un secolo che non ho la grandissima fortuna di imbattermi in questa brutteria suprema).

Grazie al Bigazzi, poi, abbiamo il piacere (si fa per dire...) di scoprire Raffaele Riefoli, a tutti noto come Raff. È del paroliere in questione il testo dell'hit dance "Self control".

Grazie al Bigazzi (santo Dio che robettina...) scopriamo nel 1991 o giù di lì Paolo Vallesi, che con la canzone "Le persone inutili" ci viene a dire che le uniche vere persone sono quelle che non andranno mai sulle pagine dei giornali o nei cortei (ma che amano ogni giorno molto più di noi". Il ritmo, in sé bello, e il testo squallido verranno ripresi dal cantautore anche ne "La forza della vita", perché ritmo che ammorba non si cambia!

Bigazzi è il colpevole per uno dei tormentoni del 1992, la canzone vincitrice della sezione "Nuove proposte" del Festival di Sanremo "Non amarmi". Ancora mi ricordo che la cantavamo a scuola e io, pur essendo una femmina quindi dovendo razionalmente fare la parte di Francesca Alotta, per l'orgoglio di vedere un non vedente come Baldi arrivato fino a lì facevo sempre le parti sue.

Negli anni Novanta, epoca del tramonto degli Squallor, bigazzi intraprende la carriera di compositore di colonne sonore da film (ma è mai possibile che tutti, soprattutto spesso musicisti senza successo compongono per cinema?). È da ricordare, nel caso di uno che non lo ha fatto per mancanza di successo, la bigaziana firma apposta alla colonna sonora di "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores.

È del 1992 il capolavoro (e si deve dire!) "Gli uomini non cambiano" interpretata dalla grande (graaaaande) Mia Martini in quel Festival di Sanremo che comunque di chicche ce ne aveva anpiamente sfornate.

È di Bigazzi (oh mamma mia!) la musica di uno dei capolavori del repertorio di Francesco Guccini dal titolo "Cirano".

Adesso, grazie al solito listone di canzoni che la Wikipedia (non deve chiudere, mai sia! dà ripercorriamo un po' meglio le tappe della carriera del nostro.

È del 1969 un altro pezzo del Del Turco molto carino, sempre con le atmosfere latineggianti che andavano tanto allora, intitolato "Cosa hai messo nel caffè". È una canzoncina che racconta con semplicità e leggerezza un innamoramento, metaforizzato dalla presenza di qualcosa di strano nel caffè bevuto dalla donna amata, che darebbe un'eccitazione del tutto speciale. La cantante Lisa Hono ne ha fatto una versione sussurrata e bossanoveggiante per me da scordare.

E anche la canzone "Sole che nasce sole che muore" è nata dalla penna del Bigazzi! Ascoltare tutto ma specialmente il flauto col soffio alla Jetro Tull applicato alla melodia italiana.

Tra i brani dei Camaleonti merita sicuramente una citazione (non per la bellezza, solo per la notorietà) "Perché ti amo". Questa canzone potrebbe essere portata come esempio del fatto che anche il più bel testo può essere ridotto a pattumiera da un arrangiamento penoso e da una musica mal fatta. Per una serenata dalla semplicità quasi popolaresca si impiegano mug, wawa e altri effetti assurdi.

Come si può raccontare la tossicodipendenza con le parole che capirebbe anche un bambino di cinque anni? "Perché lo fai disperata ragazza mia, perché ti fai..." (citazione a memoria dal capolavoro-bruttura di Marco e Giancarlo Bigazzi lanciato dal Masini al Sanremo 1991. Pensate un po' a confrontare questa frase con: "E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa nell'imbuto di un polsino slacciato" (De Andrè, "Giugno '73").

Un po' di polemica c'è forse stata, comunque un altro mito se ne è andato e io così l'ho ricordato.

mercoledì 18 gennaio 2012

Sui big del Sanremo venturo

Carissimi lettori, mentre sto preparando un'altra avventura virtuale sulla quale mi terrò un articolo a parte, mi va di aggiornare questa mia prima e mai dimenticata creatura virtuale. Mi va di fare un articolo (al fulmicotone...) sul Festival di Sanremo 2012, sui cantanti in gara nella sezione "big".
Grazie al bellissimo sito www.popon.it diretto dalla giornalista Paola De Simone ci possiamo sfogare sulla lista malefica: quest'anno non mi aspetto il Vecchioni di turno.

La prima artista è anche brava, una delle poche voci valide sfornate in questi ultimi anni, dal colore caldo e dalla timbrica potente, mi riferisco a Nina Zilli (vi ricordate la bellissima "L'uomo che amava le donne" o "Centomila" colonna sonora di un film di successo? Quella è la Zilli).

Per fare il verso ai festival di sanremo di una ventina d'anni fa (che a loro volta ricopiavano da quelli di trent'anni prima) tornano gli stranieri. Con Nina Zilli nella serata dei duetti (quest'anno solo con cantanti stranieri) la cantante romana duetterà con la voce dei Morcheeba in un brano intitolato "Never never". Staremo a vedere, qui in fondo il tono polemico è assente.

Ma ecco "lu focu" s'accende. Il cantante in sé non è male, anche perché ci si riferisce a Samuele Bersani, la canzone ("Un pallone") non può essere giudicata perché sconosciuta, ma il problema è che il cantautore (dato il suo essere romagnolo ha scelto di reinterpretare "Romagna mia" in inglese (voglio che ai Grammy qualcuno tipo Eminem faccia un reppaccio dei suoi in italiano, la tortilla tiene que volverse, ¡diablo!)). L'ospite è Goran Bregovic, la cui maestria è fuori discussione, ma forse è fuori luogo. Per ascoltare qualcosa di bello di Bersani io vi consiglio di ritrovare "Replay" (brano presentato ad un Festival di una decina d'anni fa), "Giudizi universali" e, soprattutto "Il mostro", pubblicata per la prima volta nel cd "Amen di Dalla (tra un pochino ne parleremo...)

Dolcenera, la prima cantante salentina che ha sbancato prima della coppia Amoroso-Marrone, torna con la sua voce da cantante rock sussurratrice che finge di urlare ma non ce l'ha fa, con un brano dal titolo "Ci vediamo a casa". Lei a me non è mai piaciuta, non le perdono poi di aver sfruttato come nome un personaggio di Fabrizio De Andrè, è come se io mi chiamassi "Macaria" dato che amo gli Zoè... vergogna!

Duetterà con un artista che disconosco in un brano che non so capire quale è.

Dalla, Dallino, Dallotto! Qualche mese fa tu avevi sparato cazzate (adesso Bertoncelli non spara più, adesso spari tu!), avevi detto che il pop l'avevi lasciato per il troppo schematismo che vi è dentro. Solo che... Mi duetti con Pierdavide Carone da Amici, la mecca della musica pop spazzatura! Vabbè che dopo la pagliacciata con Marco Mengoni su "Questo è amore" nel brano "Meri Luis" da te mi aspetto di tutto
(Per chi non sa il nostro ha tolto alcune parti del canto originale e, sulla stessa base ha fatto cantare l'asessuato!).

Il duetto che Dalla proporrà certifica un'ossessione del bolognese: essere meridionale. Lucio Dalla, insieme ad un artista che disconosco, canterà "Anema e core". Sinceramente è veramente negato per cantare musica del Sud, basta sentire l'orribile versione de "Lu rusciu" che Dalla dette in una N.D.T. sparagnesca.

La cantante che continua il listone è Irene Fornaciari, figlia d'arte come si vede, anche se va dato merito al padre d'averle per anni sconsigliato la carriera musicale (io ho un preconcetto stupido ma ancora non lo riesco a vincere, sui figli d'arte italiani, in pratica non me ne piace uno). L'unica cosa bella è l'artista con cui duetterà, il grande Brian May dei Queen, uno dei migliori chitarristi rock senza le pretese virtuosistiche che affollano quel mondo e la musica in generale.

E a proposito di quanto dicevamo in occasione della presentazione di Dolcenera, ecco una della coppia delle salentine sopra citate: Emma! Il brano che presenta è "Non è l'inferno", mentre dovrebbe (dico "dovrebbe perché Maria Letizia Veronesi, vedova Battisti li starebbe fermando cantare "Il paradiso" insieme ad un artista che non conosco. La voce di Emma non sarebbe neanche male se non urlasse troppo.

E qui non si può che parlare bene del gruppo e (perché no) anche della cantante testè ritornata. Mi riferisco ai Matia Bazar con "Sei tu" e alla stupenda voce di Silvia Mezzanotte. Basta ascoltare canzoni come "Brivido caldo" o "Messaggio d'amore" per farsi un'idea di ciò che ci potremmo assaporare tra un pochino. Il cantante anglofono con cui duetta il gruppo genovese è bravissimo (Aljarreau), ma è troppo virtuoso, a me il virtuosismo stanca.

Noemi, forse l'unica cantante veramente convincente degli ultimi anni insieme alla già citata Zilli, torna a Sanremo con "Sono solo parole". Per quanto riguarda il duetto anche questo è a rischio stop, in quanto si omaggia battisti con una traduzione di "Amarsi un po'" (rimpiango quando erano gli stranieri a cantare in italiano, in questo modo entrambi ci arricchivamo: noi conoscevamo pezzi di altre culture che ci sarebbero rimasti sconosciuti altrimenti,, i cantanti stranieri facevano esperienze di nuove sonorità). Ora loro si impongono e noi ci schiavizziamo. Comunque l'abbinamento stavolta potrebbe essre buono, la cantante anglofona è Sara Jane Morris (già interprete della versione inglese di "Se stiamo insieme" al Sanremo 1991), le due voci hanno un bagground simile, non dovrebbero cozzare.

È proprio il caso di dire: "¡Que lástima!".. In spagnolo questa espressione significa: "Che peccato". Immaginatevi di mettere insieme un artista che non amate ma rispettate con uno che detestate. Ecco l'accoppiata successiva. Francesco Renga, per la sua temerarietà e oserei dire discrezione si è guadagnato una certa stima, torna al Festival di Sanremo con "La tua bellezza". Chi detesto è Sergio Dalma, cantante spagnolo che qualcuno ricorderà per "l'amico che hai", canzone dello spagnolo rifatta in italiano con Antonacci. In quel caso le due voci stavano bene insieme, entrambe roche, vissute, simili. Ok che i duetti spesso si fanno per contrasto, il problema sorge insolubile quando si tocca una canzoncina da niente (di Meccia e Fontana, chiamata "Il mondo"). Qui ci vuole una voce melodica, Renga ce l'ha, Dalma no!

E con tutta la "Sincerità" me la sarei risparmiata volentieri la prossima artista, come forse avrete sospettato parlo di Arisa. Intanto non mi è mai piaciuta la sua voce, non sa di niente. Poi, sinceramente, è adatta per le canzoni leggere (forse leggera potrebbe essere una definizione che le potrebbe calzare...). Ovviamente non posso parlare della canzone inedita e conosciuta solo a Morandi e Mazzi, posso però dire che il pathos che ci vuole per cantare "Che sarà" (che è il brano che costei reinterpreterà in coppia con uno dei suoi interpreti originali, il portoricano José Feliciano) è almeno per me completamente assente dalla sua voce. Forse il virtuosismo del chitarrista metterà una bella pezza!

Ed eccoci a Chiara Civello (incognita perché è caduta nello stesso errore in cui cadde la Balistreri nel 1973, se viene ufficialmente presa è uno scacco alla buona musica: le canzoni dei big devono essere inedite, questa non lo sarebbe). La cantante di questo nuovo jazz (pop jazz, acid jazz, non lo so!) duetterà con Shaggy ("bombastic " vi dice qualcosa, a me sì!). La cosa potrebbe tendere al curioso, bisognerebbe capire quale titolo italiano si nasconde sotto quello inglese citato su www.popon.it.

Andando avanti (e siamo alla fine grazie a Dio), c'è il duetto più assurdo della storia della musica italiana degli ultimi anni. Immaginatevi due persone che (almeno per me) non sono accumunate che da una cosa: l'essere nati nel Sud Italia. Di lui posso dirvi che è il capo di una casa di produzione che voleva (non so se l'ha fatto, spero sia fallito!) esportare altri cantanti neomelodici napoletani sul firmamento nazionale. Avete capito di chi parlo: ovviamente il Gigione D'Alessio (preferisco Gigione vero, almeno con lui mi faccio quattro risate! Attenzione: il "Gigione vero" è un cantante di liscio napoletano: ebbene sì!).

Cosa dirvi di lei: nata a Bagnara Calabra, sorella di una molto (mooooooolto più brava di lei, purtroppo morta a quarantasette anni. Ovviamente mi riferisco a Loredana Bertè, sorella della grande (graaaaaande) Mia Martini.

Vi immaginate D'Alessio e la Bertè insieme: per trovare di peggio giusto se penso a Pupo, il Principe e il Tenore. Duetteranno (cioè "terzetteranno!") con una tedesca a me sconosciuta.

Dopo "O Fado" (Edel, 2001), "Il silenzio e lo spirito", "Anima blues" e altre esperienze particolari e formative (non è come Dalla che prima sputa sul piatto dove ha mangiato per quarantacinque anni e dopo duetta con Pierdavide Carone) Eugenio Finardi ritorna alla canzone d'autore. Staremo aperti ad ascoltare la sua canzone nonché il suo duetto in inglese con Noa (una delle più belle voci al mondo, basta sentire "Beautyful that way" o "Es caprichoso el azar con il grande e sconosciuto in Italia Joan Manuel Serrat). Forse la cosa migliore del Festival.

L'ultimo big è un gruppo, del rock indipendente, perché è da diverso tempo che Sanremo (per mangiarsela, come ha fatto per molte altre cose negli anni) sta strizzando l'occhio alla musica alternativa. Si chiude con i Marlene Kunz che, dopo aver presentato un brano di cui non mi è rimasto il titolo, duetteranno con Patty Smith. Non nego la bravura della cantante ospite, non nego una certa compatibilità tra i due mondi, ma mi sembra una grande corsa al mito.

Avevo voglia di fare questo articolo, per dirvi che potrete contare ancora su questo blog. Buon anno musicale tra musicadautoredintorni.