martedì 22 giugno 2010

Riflessioni a caldo sull'attarantamento di Umbria jazz.

Carissimi lettori, oggi la pizzica è dappertutto, perfino ad Umbria jazz.
Nel programma di Umbria jazz 2010, dicasi uno dei più famosi festival di jazz a livello mondiale, si può reperire la bellissima presenza di uno dei più grandi contaminatori e "concertatori" della pizzica il laziale allievo prediletto di Carpitella Ambrogino "nazionale" Sparagna.
Io dico spesso che i nomi hanno importanza, e qui mi pare che il nome storico di Umbria Jazz è sempre più usato per definire qualcosa di molto diverso da quello che questo festival dovrebbe essere, un percorso tra le varie facce del jazz italiano e straniero.
Sinceramente mi sembra che Ambrogio Sparagna potrebbe andare ad un festival di musica pop, a Sanremo ci stava benissimo, ma ad un festival di jazz non mi pare il caso.
Qualcuno forse dirà che io dovrei essere contenta, perché moltissimi scoprono la pizzica tramite lui.
Io rispondo che a me non interessa la quantità di gente che ama un genere musicale, ma come questo viene amato. Trovo davvero difficile che qualcuno che scopre la musica popolare salentina con Sparagna, poi sia anche solo aperto alla possibilità di sentirla dalle voci di Officina Zoè, Alla Bua (vecchia maniera), Agorà, Aramirè, Canzoniere di terra d'Otranto ed altri.
Sinceramente se volete un consiglio: perugini, sparagnatevi Sparagna, così risparmiate un pochino del vostro tempo libero e lo dedicate a cose migliori.

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