sabato 14 marzo 2009

Ricordo napoletano

Carissimi lettori, eccomi qua di nuovo, per ricordare un cantante napoletano, fondamentale nella mia formazione, che in un giorno come questo ci lasciava: mi riferisco a Roberto Murolo.
Non parlerò della sua biografia, che d'altronde è facilmente reperibile sul web, ma vi racconterò le storie personali che hanno segnato il mio profondissimo rapporto con la sua insuperabile arte.
Conobbi la musica di Roberto Murolo nel 1990, quando mi fu regalato il cd "Na voce e na chitarra", il primo di quelli con lo zampino del foggiano e napoletano d'adozione Renzo Arbore.
Con la mia conoscenza di Murolo sicuramente approfondita, oggi posso senz'ombra di dubbio dire che questo non è uno dei migliori cd dell'interprete partenopeo, ma gli sono molto grata per avermi fatto scoprire una lingua stupenda, quella partenopea, ed una favolosa maniera di sentirla ed interpretarla.
Ciò che ho sempre amato di Murolo è questa sua discrezione nel cantare, questo suo rifiutare l'invadenza senza cadere negli eccessi di disimpostazione vocale dei cantanti moderni, neomelodici e non, e il suo puntare, quasi fino alla fine, ad un semplicissimo canto accompagnato da chitarra.
Dopo il cd citato, ho avuto "Ottanta voglia di cantare", per poi essere folgorata dalla "Napoletana", antologia in sette cd divisi in tre cofanetti, che fino a pochi mesi fa è stato l'unico documento sonoro della canzone napoletana che mi sento di poter dire di aver avuto e scelto di avere.
Tramite questa antologia ho scoperto i più grandi gioielli della canzone napoletana, prevalentemente d'autore, che io tutt'ora mi diletto a cantare.
Nel 2002, poi, il "maestro", già malato, dopo averci regalato altri due dischi che conosco meno e quindi non citerò qui, ci ha omaggiati con la più perfetta opera d'arte della canzone napoletana tra classico e moderno: "Ho sognato di cantare".
Sinceramente, a distanza di anni, direi, a chiunque si volesse avvicinare al genio di Murolo, di partire da quello, per poi andare indietro verso la "Napoletana" e le prime incisioni.
Ma l'esperienza più profonda e folgorante riguardante il "maestro" napoletano, è stata sicuramente la visita alla sua casa di Via Cimarosa 25 al Vomero.
Quando si entra dentro quella casa, se non si guardano le foto appese ai muri della sala o non si parla con la governante del "maestro", non so se si percepisce la presenza del grande cantante-chitarrista e di tutti i poeti ed intellettuali che l'hanno frequentata, ma non appena si fanno queste due cose, si ha l'impressione di stare in un museo e si è come estasiati.
Spero che questo post voglia fare venire a qualcuno la voglia di riscoprire Murolo e, perché no, di mettere in risalto la Napoli migliore di ieri e di oggi.

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