domenica 29 marzo 2009

Renato Zero a Domenica in"

Carissimi lettori, sono diversi giorni che non scrivo.
Dopo l'uscita di "Presente" di Renato Zero, mi ero ripromessa di commentare per voi tutto il tour radiotelevisivo del "Fiacco", tutte le sue interviste e presentazioni. Purtroppo, però, non ho potuto farlo. Ciò non toglie che vi riferirò e descriverò quanti più eventi possibili.
Questa sera è il turno del commento alla partecipazione di Renato Zero a "Domenica in", naturalmente nella parte condotta da Pippo Baudo, uno dei pochi presentatori televisivi che può vantare la stima e l'amicizia del cantautore romano.
Purtroppo in questi contenitori domenicali, la musica, non importa di quale qualità, è sempre un contorno e neanche questa sera si sono smentiti.
La presenza del "fiacco", infatti, si è limitata a pochi minuti, penso neanche mezz'ora, permettendo però a chi ancora non avesse acquistato il cd "Presente", di scoprire altri due brani dell'album "Il sole che non vedi" e "professore", che spero diverranno singoli.
Renato si è dimostrato sempre sincero, coerente e goliardico, trio d'aggettivi che solo raramente si costruisce.
Purtroppo, come sempre in televisione, Renato ha dovuto cantare in pklay back. Infatti voglio essere sincera e lapidaria: l'unico programma di tutta la televisione italiana trasmesso in ora decente dove la musica, pur non essendo l'unica arte rappresentata è veramente importante, è "La corrida". Infatti lì, chiunque decida di andare a mostrarsi, è obbligato a cantare dal vivo, e non si fanno sconti neanche agli stonati, ai quali, dopo essersi esibiti, tocca il patimento dei coperchi sbattuti e dell'asino che raglia.
Tornando a Renato, essendo "Domenica in" un contenitore domenicale e non un programma musicale, di musica non se ne è parlato. Si è parlato giustamente dell'AIL, per la quale Zero ha fatto anche da testimonial, si sono ricordate un paio di storielline curiose della vita del nostro, oltre a far rivedere un vecchio filmato di una televisione straniera, dove Zero cantava "Triangolo".
Mi piacerebbe dire una cosa a Baudo: se non vuoi parlare di musica, smetti di invitare i cantanti. Smetti, tu e tutta la Rai, di sfruttare la musica solo come fattore aggregante, ricordati che è anche e soprattutto un'arte.

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