lunedì 16 marzo 2009

Morricone, datti una calmata!

Carissimi lettori, l'ho voluto evitare fino all'ultimo, ma mi devo "levare un rospo".
Ritengo sbagliato che si chieda alla gente, anche se questa magari si chiama Ennio Morricone e ha ottenuto un anno e mezzo fa il Premio alla carriera degli Oscar di Holliwood, cosa si farà o ascolterà in futuro.
Sinceramente pensavo che la mania di Nostradamus fosse passata, invece a quanto pare non è così, anzi sembra che chi si diletta in profezie sia rispettato e temuto come un Dio.
Mettiamoci a commentare la frase di Ennio Morricone, secondo cui, "di tutto ciò che si fa oggi", guarda caso, "resterà solo la buona musica per cinema", quella che fa lui, "slegata però dalle immagini".
A me, piuttosto, pare che le colonne sonore siano ascoltate più per il condizionamento delle immagini stesse che per il valore della musica, e comunque da una nicchia agguerrita, come è giusto che siano le nicchie, ma comunque sparuta.
Veniamo ora a ciò che ci interessa più da vicino: la musica etnica o, come la chiamo io, popolare.
Secondo il Nostradamus del 2009, essa non avrà nessuna importanza nel futuro, ossia tra duecento anni non la ascolterà più nessuno.
Io mi chiedo: anche se fosse davvero così, a noi che ce ne importa? Chi ce lo dice?
Ritengo molto più giusto vivere sulla base del motto latino del "Carpe diem", e lasciarmi trasportare dall'epoca che vivo, tentando di cambiarla se non ne condivido i connotati culturali, sociologici, politici, eccetera.
Ora la musica popolare, per chi è cosciente della sua vera forza, può essere un'efficacissima arma di lotta e sensibilizzazione, che non importa se fra duecento anni verrà ancora usata, perché noi non ci saremo più e non potremo vedere.

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